Ancora oggi permangono tanti stereotipi nei confronti del lavoro psicologico che portano le persone a farsi una cattiva idea di ciò che accade all’interno della stanza di terapia, così da non chiedere aiuto nel momento del bisogno o ad appiccicare etichette negative a chi invece intraprende un percorso. L’intento di questo articolo è di sfatare qualche mito e di spiegare in modo semplice e comprensibile che cosa ci si trova a fare una volta accomodati nello studio di una psicologa o di una psicoterapeuta. Cos’è la psicoterapia davvero? E come funziona?
Nella stanza della terapeuta
Per sapere cos’è la psicoterapia iniziamo da qui, dalla stanza della terapeuta. Nella stanza della terapeuta non avvengono magie, non si fanno riti, non si viene spogliati e derubati dei propri segreti. Nella stanza della terapeuta accadono incontri tra due persone, tra due esistenze umane.
In questi incontri si raccontano storie che illuminano aree buie e sconosciute dell’esperienza, danno forma all’informe e all’indicibile, sostituiscono il monologo interiore con il dialogo relazionale.
Nella stanza della terapeuta si acquisisce consapevolezza circa aspetti del sé rilevabili solo dallo sguardo dell’altro, si instaura una relazione autentica, si impara ad essere più liberi e responsabili. Nella stanza della terapeuta, in un clima empatico e non giudicante, si lavora su di sé e sulla propria crescita personale.
“ Psicoterapia non è soltanto un servizio o una prestazione ma quella comunicazione autentica da esistenza a esistenza in grado di liberare l’uomo dal suo isolamento cieco rendendolo illuminato e libero.” [Binswagner, 1955]
Sostegno psicologico o psicoterapia
Ciò che solitamente anima una persona a contattare uno psicologo è un malessere o un disagio importante che portano la persona a non stare più bene con se stessa e con gli altri.
Spesso vengo contattata quando i sintomi diventano così presenti e prepotenti da invadere più sfere della vita della persona (personale, familiare, lavorativa); altre volte, invece, vengo contattata per supportare processi di decisione in periodi di crisi esistenziale, o per fare da stampella in momenti di particolare fatica emotiva (lutti, separazioni, difficoltà scolastiche).
I motivi che generano malessere psicologico possono essere molteplici, ma non tutti hanno bisogno di un percorso di psicoterapia, che nell’immaginario collettivo è infinito e costosissimo; talvolta per difficoltà temporanee o legate a tematiche circoscritte può essere sufficiente un sostegno psicologico volto a supportare la persona nella difficoltà del momento (se pensi di essere a questo punto scopri i miei colloqui psicologici).
QualI i vantaggi di un percorso psicoterapeutico?
Il termine psicoterapia deriva dal greco antico ed è composto da due parole psiche (anima) e terapia (cura); lo psicoterapeuta è allora quel professionista che si prende cura dell’interiorità e delle ferite dell’animo umano con il fine di alleviare la sofferenza psichica dell’individuo.
Capire cos’è la psicoterapia significa anche capirne a fondo i vantaggi:
- con un percorso di psicoterapia si va a svolgere un lavoro in profondità, di modo da andare a comprendere l’origine di alcune modalità disfunzionali dell’individuo e a prenderne inizialmente coscienza, per poi promuovere un processo di cambiamento. Questo percorso implica inevitabilmente andare a toccare alcune ferite antiche e profonde che hanno portato la persona a funzionare in un determinato modo nel mondo e nelle relazioni o a sviluppare determinati sintomi o disturbi psicologici (ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, dipendenze).
- La psicoterapia, però non è solo cura di qualcosa che “non funziona”, ma è anche una grande opportunità di crescita. Le persone dopo un proficuo percorso di psicoterapia sviluppano una maggiore consapevolezza del proprio modo di essere e di funzionare e di conseguenza diventano capaci di operare scelte coraggiose verso la propria autentica realizzazione.
- Diventano inoltre maggiormente capaci di utilizzare le proprie risorse e di far fruttare i propri talenti, e come direbbe Carl Rogers, di vivere una vita piena.
La finalità
La vera finalità della psicoterapia non consiste solo nel ridurre i sintomi dei disturbi psicologici, ma di promuovere il contatto personale, la consapevolezza, l’autostima e l’autorealizzazione.
Il Sostegno Psicologico è un intervento non terapeutico che può essere di supporto alla persona in problematiche circoscritte o tematiche specifiche, è limitato nel tempo e non va a toccare aspetti profondi della persona.
“Praticare la psicoterapia, non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé; si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale, e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti”. (Carl Rogers)
Come iniziare un percorso di psicoterapia?
1 INDIVIDUA IL PROFESSIONISTA
Una volta capito cos’è la psicoterapia, appurato il proprio malessere e maturata l’idea di farsi aiutare da un professionista, il primo passo che devi fare è sicuramente individuare la persona che ti affiancherà nel delicato ed importante viaggio che è la terapia.
Come fare? Fatti consigliare da chi ci è già stato, ma soprattutto fai una ricerca per verificare le competenze di quel professionista rispetto a ciò che ti serve.
Oltre alle competenze e ai titoli valuta l’impressione che il professionista ti dà, anche rispetto ai valori che veicola con la sua comunicazione, in fondo quello che andrai a fare con questa persona è instaurare una relazione intima e profonda per cui è proprio importante piacersi.
2 CONTATTA il professionista
Puoi utilizzare il mezzo che ritieni più opportuno per il primo contatto: telefono, messaggio, mail, WhatsApp, direct di Instagram (a proposito seguimi su Instagram!) o qualsiasi strumento messo a disposizione dai canali utilizzati dal terapeuta da te scelto.
Quando ricevo una richiesta per un primo appuntamento, prima di fissare l’incontro, ricontatto telefonicamente la persona per comprendere a grandi linee il motivo della chiamata e per dare delle prime informazioni pratiche riguardanti il lavoro che potremmo svolgere insieme (disponibilità, costi, frequenza, luogo, modalità, pagamento).
3 Fai il PRIMO COLLOQUIO
Il primo colloquio è un po’ come il primo giorno di scuola, carico di aspettative e di paure. Sono sempre elettrizzata prima di un primo incontro, curiosa e desiderosa di conoscere una persona nuova e la sua storia, pur consapevole della fatica dall’altra parte ad aprirsi ad una sconosciuta.
Ciò che avviene al primo colloquio è l’inizio di una relazione alla cui base c’è un primo processo di conoscenza.
La terapeuta apre le porte del proprio studio e si porta nella relazione con le sue competenze professionali e le sue caratteristiche personali; la persona, d’altro canto, apre una finestra sul suo mondo e sulla fatica del momento attraverso la narrazione di ciò che sta vivendo e della storia che l’ha caratterizzata.
In questo primo scambio da persona a persona inizia un dialogo relazionale tra un io che narra la propria esperienza ed un tu che lo accoglie e lo riconosce. Questo dialogo all’interno della stanza di terapia è caratterizzato da un clima non giudicante, ascolto attivo e atteggiamento empatico del terapeuta che, con attenzione e delicatezza, si focalizza sui tuoi vissuti e sul tuo mondo emotivo.
Gli obiettivi del primo incontro sono:
- instaurare la base della relazione terapeutica affinché si possa costruire un’alleanza tra cliente e terapeuta fondamentale per il successo della terapia stessa;
- esplorare il motivo della richiesta per comprenderne la natura e l’adeguatezza dell’intervento con quello specifico professionista;
- approfondire l’anamnesi personale rispetto alle problematiche psicologiche e mediche correlate;
- valutare la motivazione al cambiamento;
- definire le regole del setting di lavoro attraverso la lettura e l’accettazione di un consenso informato al trattamento.
Cosa significa consultazione psicologica?
Gli incontri successivi al primo colloquio sono definiti di consultazione (solitamente 3/4 incontri) e sono utili al professionista per approfondire la problematica portata dal cliente nei suoi vari ambiti di vita (lavoro, famiglia, relazioni) al fine di poterle dare un primo inquadramento in senso di funzionamento e di eventuale diagnosi.
Questo processo è fondamentale per poter valutare il tipo di trattamento utile al cliente per risolvere la problematica e per definire insieme a lui gli obiettivi da perseguire nel lavoro psicologico o terapeutico. In questa fase il colloquio potrà essere affiancato alla somministrazione di questionari o di test, utili a valutare oggettivamente dimensioni psicologiche specifiche.
La terapia: cos’è la psicoterapia?
Per definire cos’è la psicoterapia dobbiamo necessariamente approdare anche al concetto stesso di terapia. Se dalla fase di consultazione emerge il bisogno di una trattamento psicoterapico la terapia può avere finalmente inizio.
Ogni psicoterapeuta fa riferimento ad una approccio terapeutico specifico (scopri chi sono) che lo porta ad operare secondo un quadro di riferimento che ne definisce le modalità e i principi teorici riguardanti il funzionamento dell’essere umano.
Non esiste un approccio terapeutico più efficace di un altro, ma piuttosto un approccio che rispecchia il modo di essere sia del terapeuta che del cliente, il quale attraverso quella modalità di lavoro può trovarsi più o meno a suo agio nello spazio terapeutico. Se ciò avviene, la magia dell’incontro farà tutto il resto.
Lo strumento principe utilizzato in seduta è sicuramente il colloquio: attraverso la narrazione si attiva uno scambio dialogico in grado di gettare luce nell’oscurità, rammendare storie, curare ferite, trovare significati, dare spazio all’indicibile e tempo al pensiero.
Ogni incontro è unico
Talvolta possono essere utilizzate tecniche psicoterapeutiche (tecniche creative, espressive, corporee, ludiche, mindfulness, EMDR) utili ad agevolare il processo terapeutico e la persona che fatica a trattare determinate tematiche. Anche se la realtà è che non esiste una seduta uguale ad un’altra, come non esiste un cliente uguale ad un altro.
Ogni incontro è unico e cucito sul bisogno della persona che porta nel qui e ora dello spazio terapeutico la sua esistenza e i suoi vissuti.